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martedì 6 novembre 2018

Montevecchi, Silvano (1938-2013), vescovo

Silvano Montevecchi
Vescovo di Ascoli-Piceno (1997-2013)

Omnia in Christo

Blasonatura/descrizione
[?] Partito: nel 1° di rosso alla croce latina d'oro gemmata affiancata nel braccio inferiore dalle lettere alfa (α) e omega (ω); nel 2° d'azzurro ai tre monti al naturale sulla cui sommità stanno rispettivamente, da sinistra a destra, una chiesa, una rocca e una torre; col capo d'azzurro alla stella (5) d'oro

La croce gemmata richiama quella del catino absidale della basilica di S. Apollinare in Classe di Ravenna. I tre monti con in cima una chiesa, una rocca e una torre sono un richiamo a Brisighella (Ravenna), nel cui comune nacque il prelato, posta ai piedi di tre pinnacoli rocciosi, conosciuti come i tre colli, sui quali poggiano il santuario del Monticino, la rocca Malatestina e la torre dell’Orologio.

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Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di it.wikipedia.org
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it

lunedì 26 febbraio 2018

Muser, Ivo (1962- ), vescovo

Ivo Muser
Vescovo di Bolzano-Bressanone (2011- )

Tu es Christus

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di www.bz-bx.net

Lo stemma e il motto sono così presentati nella pagina di www.bz-bx.net

Stemma
Lo stemma è a due colori: rosso(primo e quarto campo) e blu (secondo e terzo campo).
Nel primo campo è rappresentato lo stemma della diocesi di Bolzano-Bressanone: un agnello di colore argento con nimbo aureo che procede verso destra portando una bandiera argentea con una croce rossa.
Gli altri campi ( 2,3 e 4)rappresentano lo stemma personale del Vescovo.
Il secondo campo presenta una croce aurea pendente, il cui centro è coperto da un disco argenteo con le iniziali IHS, mentre le estremità dei bracci sono coperte da un rubino rotondo. Un rubino ovale sta nel mezzo della parte inferiore. Alla croce greca viene associato un simbolo cristologico che rappresenta l’iostia con monogramma di Cristo IHS, che si può intendere come Jesus hominum Salvator (Gesù salvatore degli uomini).
I rubini rappresentano le cinque piaghe di Gesù. I colori blu e oro nello stemma personale richiamano lo stemma del paese natale, Gais in Pusteria.
Nel terzo campo una stella aurea a sei punte, rappresenta Maria (stella mattutina). Poiché la stella è presente anche nello stemma cittadino di Bolzano, essa richiama anche la città dove risiede il Vescovo.
Nel quarto campo è rappresentata l’'aquila di S. Giovanni di colore argento e ornata d’oro, che guarda indietro e in alto e porta nell’artiglio destro un libro nero: si tratta del Vangelo e quindi è un simbolo teologico, che rimanda a S. Giovanni evangelista, patrono della parrocchia natale di Gais.

Motto
Su un nastro bianco si legge il motto in latino: “
Tu es Christus” (Tu sei il Cristo) tratto da Matteo 16, 16 che ricorda la confessione di fede di Pietro in Gesù Cristo, riconosciuto come figlio di Dio

Insegne vescovili
Dietro lo stemma una croce aurea è sormontata da un cappello prelatizio verde con sei nappe verdi che cadono da entrambe le parti dello stemma.

Progetto dello stemma e descrizione: Alexander Hohenbühel
Su indicazioni del Vescovo eletto Ivo Muser
Consulenza: decano del Duomo Ulrich Fistill, Direttore Eduard Scheiber e Karl Gruber

giovedì 25 gennaio 2018

Gianotti, Daniele (1957- ), vescovo

Daniele Gianotti
Vescovo di Crema (2017- )

Ut credentes vitam habeatis


Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di www.facebook.com (Enzo Parrino)

Il motto e lo stemma (ideato, progettato e realizzato da Enzo Parrino) è così presentato dallo stesso Presule nel testo pubblicato nella pagina di www.diocesidicrema.it

Il motto: «Ut credentes vitam habeatis»
Riprende alcune parole della (prima) conclusione del vangelo di Giovanni: «… questi [segni] sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31).
L’evangelista ha raccontato Gesù riportando alcuni dei «molti segni» (cf. 20,30) da Lui compiuti, per condurre alla fede in Lui e alla pienezza di vita che viene dalla fede; similmente una comunità cristiana – una Chiesa locale con il suo vescovo – è chiamata a diventare un «racconto vivente» di Gesù e del vangelo, perché altri siano attratti a Lui, possano conoscerLo, credere in Lui ed essere partecipi della vita piena che in Lui il Padre vuole comunicare al mondo.

Lo stemma
Il Figlio di Dio è venuto «perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (cf. 10,10); ma, perché questo si realizzi, egli mette in gioco la sua stessa vita, dà la sua vita, sapendo che «non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici» (cf. 15,13). Il luogo nel quale questo «amore più grande» (evocato anche dal colore rosso) si manifesta pienamente, è la croce, qui rappresentata come la croce gloriosa (cf. le gemme) (1),  che è al tempo stesso patibolo e trono di gloria, culmine della vita apparentemente «tolta» a Gesù ma, in realtà, da lui donata (cf. 10,18). Nella croce si manifesta l’amore folle di Dio, più sapiente degli uomini (cf. 1 Cor 1,25); in essa la morte è sconfitta dall’amore, e alla sua luce si capisce finalmente che «se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (cf. la spiga), perché solo chi accetta di non fare della propria vita qualcosa da difendere a ogni costo, la conserva per la vita eterna (cf. Gv 12,24-25).
La spiga evoca anche «i campi che già biondeggiano per la mietitura» (4,35), il raccolto abbondante che Dio prepara per i discepoli, mandati da Cristo a mietere dove altri hanno seminato (cf. 4,38) (2):  per me, inviato a servire come vescovo la Chiesa di Crema, è la certezza di raccogliere i frutti del lavoro di tanti altri, che prima di me hanno lavorato nel «campo di Dio».
Nella parte inferiore dello stemma sono evocati i fiumi (3): scorrono ai piedi della croce e richiamano i «fiumi d’acqua viva» dello Spirito (cf.  7,37-39), il Soffio di vita che Cristo, dalla croce, «consegna» al mondo nel suo ultimo respiro (cf. 19,30).
Tutto, così, invita a «tenere fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12,2), la «stella radiosa del mattino» (cf. Ap 22,16). Il segno della stella è anche memoria della Madre del Signore, Stella maris, che custodisce nel cuore gli eventi stupendi del suo Figlio (cf. Lc 2,51) e sempre dice ai «servi» (quale dev’essere anzitutto un vescovo): «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5).

1 -  C’è pure, qui, un elemento autobiografico, perché sono nato nel giorno della festa dell’Esaltazione della Croce (14 settembre), giorno che è anche il dies natalis di tre vescovi santi: Cipriano di Cartagine († 258), Giovanni Crisostomo († 407) e il reggiano Alberto di Gerusalemme, primo legislatore dell’Ordine Carmelitano († 1214).
2 - Vangelo della Messa di ordinazione episcopale, III dom. di Quaresima, anno A.
3 - La diocesi di Crema si trova tra due fiumi, l’Adda e il Serio, che confluiscono proprio nella parte più meridionale della diocesi.

sabato 2 dicembre 2017

Satriano, Giuseppe (1960- ), arcivescovo

Giuseppe Satriano
Arcivescovo di Rossano-Cariati (2014- )

Misericordias Domini cantabo

Blasonatura/descrizione
D'azzurro, alla croce gemmata d'oro, accompagnato nel cantone destro del capo da una stella a otto punte, e in punta tre fasce ondate dello stesso.


Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Riferimenti araldici
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di www.amei.biz

sabato 25 novembre 2017

Verucchi, Giuseppe (1937- ), arcivescovo

Giuseppe Verucchi
Arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia (2000-2012)

Arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia (2012- )

Ut unum sint


Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it