domenica 30 giugno 2019

Prastaro, Marco (1962- ), vescovo

Marco Prastaro
Vescovo di Asti (2018- )

Dum Christus annuntietur

Blasonatura/descrizione
[?] Troncato: nel 1° d'azzurro, al braccio teso di carnagione dalla cui mano aperta cadono dei semi su di un monte di ... , in capo a destra stella (8) d'argento; nel 2° d'argento, al cuore di rosso sormontato da una croce dello stesso

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini

Diocesi di Biella

Diocesis Bugellensis

La diocesi di Biella fu eretta da papa Clemente XIV nel 1772 su proposta del re Carlo Emanuele III che aveva istituito l'omonima provincia civile. Soppressa dal governo napoleonico nel 1803 fu ristabilita da papa Pio VII nel 1817.

Riferimenti
scheda di www.catholic-hirarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
sito ufficiale

Ordinari

1772-1796: Viancini, Giulio Cesare
1797-1803: Canaveri, Giovanni Battista, C.O.

1818-1828: Bollati, Bernardino, O.F.M.Obs.
1829-1832: Tadini, Placido Maria, O.C.D.
1833-1873: Losana, Giovanni Pietro
1873-1885: Leto, Basilio
1886-1901: Cumino, Domenico
1901-1906: Gamba, Giuseppe
1906-1912: Masera, Giovanni Andrea
1912-1917: Serafino, Natale
1917-1936: Garigliano, Giovanni
1936-1972: Rossi, Carlo
1972-1986: Piola, Vittorio
1986-2001: Giustetti, Massimo
2001-2018: Mana, Gabriele
2018-       : Farinella, Roberto

Farinella, Roberto (1968- ), vescovo

Roberto Farinella
Vescovo di Biella (2018- )

Spes messis in semine

Blasonatura/descrizione
Partito: nel primo d'azzurro, alla stella d'oro di otto raggi, accantonati da petali di giglio, d'argento, accompagnata in punta da una montagna d'argento di tre cime, movente dalla partizione; nel secondo, di rosso alle tre spighe di frumento, d'oro, poste a ventaglio, legate da un nastro d'argento e svolazzante

Il motto e lo stemma sono così presentati nella pagina di www.risvegliopopolare.it
Intanto Carlo Barbieri, araldista civico e pontificio, ha organizzato lo stemma del vescovo Roberto su sue precise indicazioni. Il motto episcopale in latino recita che “La Speranza del raccolto è nel seme”, mentre la parte iconografica viene araldicamente così descritta: “Partito: nel primo d’azzurro, alla stella d’oro di otto raggi, accantonati da petali di giglio, d’argento, accompagnata in punta da una montagna d’argento di tre cime, movente dalla partizione; nel secondo, di rosso alle tre spighe di frumento, d’oro, poste a ventaglio, legate da un nastro d’argento e svolazzante”. Ornamenti esteriori di dignità vescovile.
Che cosa vuol dire? Ce lo spiega lo stesso Barbieri. “Il vescovo Roberto ha desiderato dare particolari significati allo stemma ed alle figure che lo compongono. Nella parte sinistra compare una stella a otto punte alternate da petali di giglio, come negli affreschi del sacello che custodisce l’effige della Madonna di Oropa. Maria è la stella del mattino, il giglio è simbolo della sua purezza e del suo essere umile serva del Signore”.
Nello stemma ci sono poi i tre monti che simboleggiano la presenza costante di Maria anche nella storia personale del vescovo Roberto: “La città natia di Castellamonte, sotto la protezione della Madonna del Monte Carmelo – ci spiega l’araldista Barbieri -; poi il santuario di Ivrea di Monte Stella, e quello sul monte di Oropa. Il monte costituisce inoltre luogo fortemente evocativo dell’esperienza dell’incontro con Dio”. Il campo azzurro, colore della volta celeste, è simbolo del manto che la Vergine stende a protezione del suo popolo fedele. All’intercessione di Maria il vescovo Roberto affida il suo ministero e il cammino della Chiesa biellese.

Nello stemma ci sono poi le spighe di frumento che richiamano le parole di Gesù: “Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo” e si ricollegano anche alla tematica vocazionale contenuta nel motto episcopale. Inoltre, la farina da esse prodotta evoca il cognome del vescovo Roberto. Spiega sempre Carlo Barbieri. “Ulteriore rimando eucaristico è costituito dal campo rosso, che simboleggia il sangue prezioso di Cristo, versato per la nuova ed eterna alleanza, in remissione dei peccati. La croce astile accollata allo scudo è presentata nella forma detta ‘mauriziana’ che identifica i martiri della legione tebea, a cui appartenevano i santi Besso e Tegolo, primi patroni della diocesi eporediese e il loro primicerio san Maurizio, titolare dell’omonima chiesa di Ivrea, già sede del seminario di cui il vescovo Roberto è stato alunno e rettore”.

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierafchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di diocesi.biella.it

Paolucci, Fabrizio (1651-1726), vescovo, arcivescovo, cardinale di S.R.C.

Fabrizio Paolucci
Vescovo di Macerata e Tolentino (1685-1698)
Nunzio apostolico a Colonia (1696-1698)
Amministratore apostolico di Fermo (1692-1695)
Arcivescovo, Vescovo di Ferrara (1698-1701)
Cardinale del titolo dei Santi Giovanni e Paolo (1699-1719)
Segretario di Stato di Sua Santità (1700-1721, 1724-1726)
Prefetto della Congregazione della Sacra Consulta (1700-1721, 1724-1726)
Prefetto della Congregazione di Avignone (1700-1721, 1724-1726)
Prefetto della Congregazione Lauretana (1700-1721, 1724-1726)
Prefetto della Congregazione Fermana (1700-1721, 1724-1726)
Camerlengo del Collegio Cardinalizio (1706-1707)
Pro-Penitenziere maggiore (1709-1710)
Penitenziere maggiore (1710-1721)
Pro-Prefetto della Congregazione dei Riti (1719-1721)
Cardinale vescovo di Albano (1719-1724)
Vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma (1721-1726)
Prefetti della Congregazione dei Vescovi e Regolari (1721-1726)
Prefetto della Congregazione dei Riti (1721-1726)
Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina (1724-1726)
Sottodecano del Collegio Cardinalizio (1724-1725)
Prefetto della Congregazione dell'Immunità Ecclesiastica (1725-1726)
Segretario della Congregazione della Romana e Universale Inquisizione (1725-1726)
Cardinale vescovo di Ostia e Velletri (1725-1726)
Decani del Collegio Cardinalizio (1725-1726)
Governatore di Velletri (1725-1726)

02


03



Blasonatura/descrizione
Partito: nel 1° fasciato di oro e di nero di sei pezzi, col capo di  rosso alla rosa di argento; nel 2° partito: nel 1 d'argento gigliato di rosso; nel 2° d'oro alla mezz'aquila bicipite di nero coronata d'oro uscente dalla partizione

Interzato in palo; nel primo fasciato d'oro e di nero; col capo di rosso, alla rosa d'argento bottonata d'oro; nel secondo d'argento, a 27 gigli di rosso; posti, 2, 3, 2, 3, 2, 3, 2, 3, 2, 3, 2; nel terzo d'oro, all'aquila dell'impero, uscente dalla partizione.

Tiercé en pal au 1 fascé d'or et de sable au chef de gueules ch d'une rose d'argent boutonnée d'or au 2 d'argent semé de vingt-sept fleurs-de-lis de gueules posées 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 et 2 au 3 d'or la demi-aigle de sable mouvante du parti

Riferimenti araldici
pagina di www.heraldrysinstitute.com
pagina di it.wikipedia.it (Paolucci de Calboli)

Riferimenti biografici
scheda di www.catholich-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
pagina di www.treccani.it (Dizionario biografico degli italiani)

Fonti immagini
01 pagina di i.pinimg.com
03 pagina di it.wikipedia.org

sabato 29 giugno 2019

Ricci, Achille Maria (ca. 1818-1861), delegato apostolico

Achille Maria Ricci
Delegato apostolico a Ravenna (fl. 1855)

01a

Blasonatura/descrizione
[?] Partito: nel 1° di ..., all'insegna dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; nel 2° all'albero di ...  nodrito su campagna di ..., sormontato da una stella di ... e addestrato da un riccio di ...

Riferimenti biografici
pagina di researchworks.oclc.org

Cesarei Leoni, Francesco (1757-1830), vescovo, cardinale di S.R.C.

Francesco Cesarei Leoni
Decano della Rota Romana (1802-1817)
Vescovo di Jesi (1817-1830)
Cardinale del titolo di Santa Maria del Popolo (1817-1830)

01a

02

Blasonatura/descrizione
Partito: il primo troncato dentato d'azzurro e d'oro il primo al giglio di ...; il secondo inquartato d'argento nel primo e nel quarto, di rosso nel secondo e terzo, caricati di rincontro di bove dell'uno nell'altro

Riferimenti araldici
pagina di www.heraldrysinstitute.com

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
02 pagina di www.araldicavaticana.com

Belli, Silvestro (1781-1844), vescovo, cardinale di S.R.C.

Silvestro Belli
Cardinale del titolo di Santa Balbina (1841-1844)
Vescovo di Jesi (1842-1844)

01a
02

Blasonatura/descrizione
d'azzurro alla palma al naturale con un serpe accollato al tronco accompagnata in capo da tre stelle d'oro e addestrata da un cigno d'argento fermo sopra una campagna di verde

Riferimenti araldici
pagina di www.cognomix.it

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
02 pagina di it.wikipedia.org


Petrucci, Pier Matteo, C.O. (1636-1701), vescovo, cardinale di S.R.C.

Pier Matteo Petrucci
Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri (Oratoriani o Filippini)
Vescovo di Jesi (1681-1691)
Cardinale del titolo di San Marcello (1687-1701)
Camerlengo del Collegio Cardinalizio (1693-1695)

01a

Blasonatura/descrizione
Trinciato, cuneato (inchiavato) d'oro e d'azzurro

Riferimenti araldici
pagina di www.it.wikipedia.org
pagina di www.cognomix.it

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
frontespizio degli atti sinodali stampati a Macerata nel 1695

Fonseca, Antonio (1690-1763), vescovo

Antonio Fonseca
Vescovo di Jesi (1724-1763)

01a


02

Blasonatura/descrizione
[?] Di ... , a cinque stelle (8) di ... poste 2,1,2/in croce di Sant'Andrea

Riferimenti araldici
pagina di www.cognomix.it

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org

Fonti immagini
01 scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
02 frontespizio degli atti sinodali stampati a Jesi nel 1741

Ultimo aggiornamento: 3 aprile 2020

Diocesi di Jesi

Dioecesis Aesina

La diocesi di Jesi è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Ancona-Osimo appartenente alla regione ecclesiastica Marche. 
Il primo vescovo storicamente accertato è Onesto, presente al sinodo romano indetto da papa Agatone il 27 marzo 680; tuttavia la presenza cristiana nel territorio è precedente a quest'epoca ed attestata da reperti archeologici risalenti al VI e VII secolo.
Nel corso del XIII secolo, la lotta tra guelfi e ghibellini danneggiò gravemente anche la vita della diocesi; nel 1246 circa la divisione del capitolo della cattedrale determinò l'elezione di due vescovi, entrambi esclusi dal pontefice; la sede rimase vacante fino alla nomina nel 1252 di Crescenzio Tebaldi. Nel 1259 papa Alessandro IV colpì con l'interdetto la città di Jesi, che fu privata momentaneamente anche della sede vescovile.
La diocesi di Jesi rimase immediatamente soggetta alla Santa Sede fino al 15 agosto 1972, quando la sede arcivescovile di Ancona venne elevata alla dignità metropolitica e quella di Jesi resa sua suffraganea.

Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
sito ufficiale

Ordinari

[...]
1463-1505: Ghisleri, Tommaso
1505-1513: Ripanti, Angelo
1513-1519: Venanzi, Pietro Paolo
1519-1540: Venanzi, Antonio
1540-1553: Conversini, Benedetto
1553-1554: Monte, Pietro del
1554-1597: Monte, Gabriele del
1597-1599: Borghese, Camillo (poi papa Paolo V)
1599-1603: Dandini, Marco Agrippa
1604-1617: Imperioli, Pirro
1617-1621: Pignatelli, Marcello, C.R.
1621-1653: Cenci, Tiberio
1653-1656: Corradi, Giacomo
1656-1671: Cybo-Malaspina, Alderano
1671-1680: Cybo, Lorenzo
1681-1696: Petrucci, Pier Matteo, C.O.
1696-1715: Fedeli, Alessandro
1716-1724: Giattini, Francescantonio
1724-1763: Fonseca, Antonio
1764-1786: Baldassini, Ubaldo, B.

1794-1800: Bussi de Pretis, Giovanni Battista



1836-1841: Ostini, Pietro
1842-1844: Belli, Silvestro
1845-1853: Corsi, Cosimo
1893-1902: Zonghi, Aurelio
1902-1906: Ricci, Giovanni Battista
1906-1927: Gandolfi, Giuseppe
1934-1952: Falcinelli, Carlo
1953-1975: Pardini, Giovanni Battista

1978-2006: Serfilippi, Oscar, O.F.M.Conv.
2006-       : Rocconi, Gerardo

Rocconi, Gerardo (1949- ), vescovo

Gerardo Rocconi
Vescovo di Jesi (2006- )

In verbo tuo

Blasonatura/descrizione
Cappato orlato d'oro: nel 1º d'azzurro alla stella di sette punte d'oro con due onde d'argento in punta (Stella maris); nel 2º di rosso al giglio d'argento; nel 3º di rosso al leone coronato d'oro

Il motto e lo stemma sono così presentati nella pagina di www.jesi.chiesacattolica.it
Il motto è tratto dal Vangelo di Luca, “In verbo tuo laxabo rete... Sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5), versetto immediatamente successivo a quello recante l’esortazione di Gesù: “Duc in altum – Prendete il largo”, (Lc 5,4), parole riprese da san Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, alla chiusura del Giubileo del Duemila.
Nella parte centrale dello scudo campeggia la stella d’oro a sette punte sovrastante le onde del mare: la “Stella maris”, a rappresentare la Madonna; questo per sottolineare la particolare devozione mariana di mons. Rocconi, una devozione che ha accompagnato la sua formazione sacerdotale, il suo servizio pastorale da presbitero e accompagnerà, d’ora in poi, il suo nuovo ministero da Vescovo. È anche un chiaro riferimento alla tradizione orante cistercense, cara a don Gerardo, ripresa nella esortazione di san Bernardo, Abate di Chiaravalle: “Respice stellam, voca Mariam… Guarda la stella, invoca Maria”. Inoltre, vuole richiamare la Diocesi di origine del Vescovo, Senigallia, affacciata sul mare.
L’oro, metallo più nobile, è il simbolo della prima Virtù, la Fede ed è stato usato per rappresentare la stella in quanto è grazie alla Fede che possiamo comprendere appieno il messaggio d’amore e di aiuto che ci arriva da Maria.
L’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori mondani e l’ascesa dell’anima verso Dio.
Il giglio d’argento è il simbolo della purezza, e costituisce un richiamo a santa Maria Goretti, nativa di Corinaldo, paese natale del Vescovo e campeggia sul rosso, colore del martirio, del sangue versato dalla Santa per mantenere intatta la sua purezza.
Il leone rampante e coronato d’oro è tratto dallo stemma del beato Pio IX, Papa Mastai Ferretti, anch’egli di Senigallia e figura insigne ed amata in Diocesi.

Riferimenti araldici
pagina di it.wikipedia.org

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di www.jesi.chiesacattolica.it

venerdì 28 giugno 2019

Arcidiocesi di Urbino

Archidioecesis Urbinatensis

Il primo riscontro storico certo dell'esistenza della diocesi risale al 593, anno in cui è menzionato il vescovo Leonzio, a cui Gregorio Magno affida l'amministrazione della chiesa di Rimini in assenza del vescovo Castorio. 
Nel 1402 l'abbazia benedettina di San Cristoforo del Ponte (VIII secolo) a Casteldurante, in commenda dal 1393, ottenne lo status di nullius dioecesis da papa Bonifacio IX, ossia l'indipendenza ecclesiastica dai vescovi di Urbino; oltre Casteldurante, dall'abbazia dipendevano i castelli di Sant'Angelo in Vado e di Sassocorvaro.
Il 4 giugno 1563, su richiesta dell'ex vescovo, il cardinale Giulio della Rovere, Urbino fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Originariamente le furono assegnate come suffraganee le diocesi di Cagli, Senigallia, Pesaro, Fossombrone, Montefeltro e Gubbio. Nel 1636 entrò a far parte della provincia ecclesiastica urbinate anche la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado.
Il 7 aprile 1965, alla morte del vescovo Giovanni Capobianco, la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado fu data in amministrazione all'arcivescovo urbinate Anacleto Cazzaniga, fino a quando il 23 maggio 1977 Ugo Donato Bianchi divenne, con due distinte nomine, arcivescovo di Urbino e vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado, unendo così in persona episcopi le tre sedi episcopali.
Intanto nel 1972 e nel 1977 la provincia ecclesiastica di Urbino perse le diocesi di Gubbio e di Montefeltro. 
Il 30 settembre 1986 è stata stabilita la plena unione della diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado e l'arcidiocesi di Urbino e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.

Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Ordinari

[...]
1491-1504: Arrivabene, Giampietro
1504-1511: Gabrielli, Gabriele de'
1511-1514: Trombetta, Antonio
1514-1523: Grimani, Domenico, amministratore apostolico
1523-1540: Narducci, Giacomo
1540-1542: Laurerio, Dionisio, O.S.M.
1543-1548: Cortese, Gregorio, O.S.B., amministratore apostolico
1548-1551: Rovere, Giulio della
1551-1578: Tiranni, Felice
1578         : Rovere, Giulio della (II), amministratore apostolico
1578-1597: Giannotti, Antonio Giannotti
1597-1610: Ferrerio, Giuseppe
1610-1620: Ala, Benedetto
1621-1623: Accoramboni, Ottavio
1623-1635: Santorio, Paolo Emilio
1636-1643: Santacroce, Antonio
1643-1646: Vitelli, Francesco
1646-1659: Maffei, Ascanio
1660-1667: Angelis, Giacomo de
1667-1675: Puccinelli, Callisto, O.S.M.
1675-1684: Candiotti, Giambattista
1685-1701: Roberti, Antonio

1703-1709: Tanara, Sebastiano Antonio, amministratore apostolico
1709-1714: Sanvitale, Antonio Francesco

1716-1739: Marelli, Tommaso Maria, C.O.
1739-1766: Guglielmi, Antonio
1766-1787: Monti, Domenico
1787-1819: Berioli, Spiridione
1819-1827: Ranaldi, Ignazio, C.O.
1827-1832: Dondini, Giangrisostomo
1832-1845: Tanara, Giovanni Niccolò
1846-1881: Angeloni, Alessandro
1881-1885: Pettinari, Antonio Maria, O.F.M.Obs.
1886-1889: Borgognini, Carlo Maria
1889-1903: Vampa, Nicodario
1904-1908: Santarelli, Giovanni Maria
1909-1911: Pontecorvi, Ciro
1912-1931: Ghio, Giacomo
1932-1952: Tani, Antonio
1953-1977: Cazzaniga, Anacleto
1977-1986: Bianchi, Ugo Donato

Leonini, Francesco (1774-1822), vescovo


Francesco Leonini
Vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado (1816-1822)

01a

Blasonatura/descrizione
[?] Di ..., al leone di ... su campagna di ..., addestrato da una ramo di palma (?) di ...

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org

Fonti immagini
frontespizio della lettera pastorale stampata a Roma nel 1816

Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado

Diocesis Urbaniensis et Sancti Angeli in Vado (Vadensis)

Il 18 febbraio 1636, su istanza del cardinale commendatario Francesco Barberini, papa Urbano VIII eresse le città di Casteldurante e di Sant'Angelo in Vado in sedi diocesane, le unì aeque principaliter e le dichiarò suffraganee di Urbino. Contestualmente, la città di Casteldurante, per omaggio al pontefice che ne fece sede vescovile, cambiò nome in Urbania. 
Alla morte del vescovo Giovanni Capobianco nel 1965, la diocesi fu data in amministrazione all'arcivescovo di Urbino Anacleto Cazzaniga, fino al 1977 quando Ugo Donato Bianchi fu nominato, con due nomine distinte, arcivescovo di Urbino e vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado, unendo così in persona episcopi le tre sedi episcopali.
Il 30 settembre 1986 la diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado e l'arcidiocesi di Urbino sono state unite con la formula plena unione e la circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.

Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Ordinari

1636-1683: Onorati, Onorato
1684-1688: Ondedei, Orazio
1688-1708: Barugi, Pietro
1709-1711: Antonelli, Antonio
1714-1736: Castelli, Giovanni Vincenzo, O.P.
1736-1747: Fabbretti, Giuseppe
1747-1776: Baiardi, Deodato
1777-1779: Pergolini, Giovanni

1816-1822: Leonini, Francesco

1824-1832: Tassinari, Francesco
1833-1848: Parigini, Lorenzo
1849-1872: Boscarini, Antonio
- 1871-1872: Maioli, Giovanni Maria, vescovo ausiliare
1901-1906: Valbonesi, Antonio

1908-1935: Baccini, Luigi Giacomo, O.F.M.Cap.

1977-1986: Bianchi, Ugo Donato

Marinelli, Francesco (1935- ), arcivescovo

Francesco Marinelli
Arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado (2000-2011)
Arcivescovo emerito di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado (2011- )

Pastor in sanguine testamenti aeterni

Blasonatura/descrizione
D'azzurro alla croce d'argento lampassata d'oro, decorata con un tralcio di vite al naturale fruttata di rosso e serti di spighe pure al naturale.

Lo stemma è così presentato nella pagina di
Lo scudo si presenta con campo d'azzurro alla croce d'argento lampassata d'oro, decorata con un tralcio di vite al naturale fruttata di rosso e serti di spighe pure al naturale. Lo scudo è accollato alla croce a stile arcivescovile gemmata. Il tutto è timbrato dal galero arcivescovile di verde.
Il soggetto centrale dello stemma è la Croce, segno glorioso della redenzione di tutti gli uomini. Cristo si dona oggi alla Chiesa e al mondo intero nell'Eucarestia, presenza del mistero pasquale offerta nei segni del pane (spighe) e del vino (uva). Lo sfondo azzurro indica Maria, Madre del Redentore, Madre della Chiesa, Madre nostra e Fiducia nostra. L'Eucarestia porta ancora in sé, come pane fragrante, il sapore e il profumo della Vergine Madre.

Riferimenti araldici
pagina di it.wikpedia.org

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org

Fonti immagini
pagina di arcidiocesiurbino.org