venerdì 23 marzo 2018

Diocesi di Trieste


Diocesis Tergestina

In Christo salus

La diocesi di Trieste è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto.
Trieste divenne sede episcopale verso la fine del VI secolo: primo vescovo documentato è Frugifero, che fu vescovo tergestino all'epoca dell'imperatore Giustiniano I, e più precisamente tra il 542 e il 565. Soppressa nel 1788 la diocesi fu ripristinata dopo soli tre anni nel 1791. Dal 1828 e fino al 1977 la diocesi di Trieste fu unita aeque principaliter a quella di Capodistria con il nome di Trieste e Capodistria per poi tornare entrambe alla piena autonomia.

Blasonatura/descrizione
Partito: nel 1° di rosso alla fascia d’argento, caricato dell’alabarda di San Sergio d’oro, posta in palo e uscente dalla partizione; nel 2° dello stesso all’aquila bicipite di nero, coronata, membrata e lampassata d’oro, uscente dalla partizione. Col capo d’argento, a due rami di palma di verde in decusse, attraversati dal monogramma PX di rosso

Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.it
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
sito ufficiale

Fonti immagini
pagina di www.diocesi.trieste.it

Lo stemma e il motto sono così presentati nella pagina di www.diocesi.trieste.it
Paolo VI, con la Costituzione Apostolica  “Prioribus sæculi” (17 ottobre 1977), divideva i due territori delle unite Diocesi di Trieste e Capodistria e dichiarava conclusa l’unità “equæ principaliter” delle due diocesi nella persona del Vescovo tergestino sin dal 1828.
In tale occasione anche lo stemma araldico delle unite diocesi veniva a cessare. Fu sostituito da un “logo” che riportava le fattezze della statua di San Giusto collocata su un lato del campanile della Cattedrale tergestina. La scritta in latino ricordava che San Giusto è il patrono della Chiesa di Trieste.
È sembrato opportuno da più parti che la Diocesi avesse un suo stemma araldico che richiamasse la sua storia e l’habitat ecclesiastico in cui Trieste era ed è inserita.
Si tratta di un’attenzione culturale nel linguaggio araldico e nello stile delle Diocesi del centro Europa dove, quale suffraganea della Metropolia di Gorizia, è collocata.
Per assolvere a questo compito, ci si è rivolti a esperti in araldica e si sono tenute presenti le varie obiezioni non volendo né falsare l’iter storico della Diocesi per l’uno e l’altro placebo ideologico, né sottacere la ragione dell’essere Chiesa che è l’annunciare Cristo anche con il martirio.
Lo scudo araldico si presenta nella sua parte inferiore con il richiamo alla storia della Chiesa tergestina, la divisione scomposta e a metà dello stemma federiciano di Trieste del 1464, rosso e bianco con l’alabarda dorata e l’aquila nera in campo giallo del Sacro Romano Impero, sono il segno di un “tempo concluso” in cui la Chiesa tergestina aveva il “patrocinio imperiale” grazie al quale ebbe come suo Vescovo Enea Silvio Piccolomini, poi Pontefice Romano con il nome di Pio II.
La campitura più importante dello scudo araldico è il “capo”, dove campeggia il monogramma di Cristo, che richiama Aquileia, tra le due palme simbolo dei martiri tergestini, ultimo il beato don Francesco Bonifacio.
«Il colore rosso del Chrismon manifesta la dimensione sacrificale della redenzione e rimanda alle tre virtù teologali (fede, speranza e carità): di cui “più grande di tutti è la carità” (1Cor 13,13), è il colore dell’amore senza limiti del Padre che ha inviato il Figlio ad offrirsi fino all’estremo ed a versare il proprio sangue per la nostra redenzione. Il colore del capo è l’argento che in araldica rappresenta la trasparenza, quindi la verità e la Giustizia.»
Il cartiglio con il motto “in Christo salus” richiama la convinzione cristologica del Concilio Vaticano II, al n. 22 della Gaudium et Spes, e intende offrire una riflessione all’Europa sulle sue radici Cristiane e alla Chiesa tergestina sul suo impegno di annunciare e testimoniare Cristo speranza e salvezza delle genti.
Sul timbro, attorno allo stemma, vi è la scritta “Sancta Ecclesia Tergestina”; il latino viene usato non solo perché utilizzato nella araldica classica, ma anche per dare pari dignità alle espressioni linguistiche dei fedeli della Diocesi, come già il Sinodo diocesano del 1959 aveva focalizzato.

Ordinari, coadiutori, ausiliari di Trieste


[...]
1424-1441: Coronini, Martino
1441-1447: Aldergati, Niccolò
1450-1451: Della Torre, Ludovico,
1451-1485: Goppo, Antonio,
1486-1500: Sobriach, Acacio de,
- 1501-1502: Rinaldi, Luca, vescovo eletto
1502-1546: Bonomo, Pietro
1549        : Rizzano, Francesco,
1549-1558: Paragües e Castillejo, Antonio, O.S.B.
1560-1565: Betta, Giovanni, O.S.B.
1567-1573: Rapicio, Andrea,
- 1574        : Frangipane, Giacinto, vescovo eletto
1575-1590: Coret, Nicolò
1592-1597/8: Wagenring, Giovanni,
1598-1620: Bertiis, Ursino de
1621-1630: Scarlicchio, Rinaldo
1631-1646: Coronini, Pompeo
1646-1662: Marenzi, Anton Georg
1663-1672: Vaccano, Francesco Massimiliano
1673-1691: Gorizutti, Giacomo Ferdinando
1692-1720: Miller, Giovanni Francesco
1720-1721: Delmestri von Schönberg, Giuseppe Antonio,
 
1724-1739: Delmestri von Schönberg, Giuseppe Antonio,
1740-1760: Petazzi, Leopoldo Giuseppe,
1761-1774: Herberstein, Antonio, C.R.
1775-1788: Inzaghi, Francesco Filippo d',

1791-1794: Hohenwart, Sigismund Anton von, S.J.
1796-1803: Buset, Ignazio Gaetano da,

1821-1828: Leonardis, Antonio,


Ordinari, coadiutori, ausiliari
delle sedi unite aeque principalite di Trieste e Capodistria

1828-1830: Leonardis, Antonio
1831-1845: Ravnikar, Matteo
1846-1875: Legat de Naklas, Bartolomeo
1875-1882: Dobrila, Juraj
1882-1895: Glavina, Giovanni Nepomuceno
1896-1901: Šterk, Andrea Maria
1902-1910: Nagl, Franz Xaver
1911-1919: Karlin, Andrej
1919-1922: Bartolomasi, Angelo
1923-1936: Fogar, Luigi
1938-1975: Santin, Antonio
1975-1977: Cocolin, Pietro, amministratore apostolico


Ordinari, coadiutori, ausiliari di Trieste

1977-1996: Bellomi, Lorenzo
1997-2009: Ravignani, Eugenio,
2009-       : Crepaldi, Giampaolo

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