Papa Giovanni XXIII, santo
(S. Ioannes PP. XXIII nato Giuseppe Angelo Roncalli)
Arcivescovo, Vescovo titolare di Areopoli (1925-1934)
Visitarore apostolico in Bulgaria (1925-1931)
Delegato apostolico in Bulgaria (1931-1934)
Arcivescovo totolare di Mesembria (1934-1953)
Delegato apostolico in Grecia (1934-1944)
Delegato apostolico in Turchia (1934-1944)
Amministratore apostolico di Costantinopoli (1934-1944)
Nunzio apostolico in Francia (1944-1953)
Osservatore permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (1951-1953)
Patriarca di Venezia (1953-1958)
Cardinale del titolo di Santa Prisca (1953-1958)
Vescovo di Roma e Sommo pontefice della Chiesa universale (1958-1963)
Prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio (1958-1963)
Prefetto della Congregazione Concistoriale (1958-1963)
Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (1958-1963)
Beatificato il 3 settembre 2000
Canonizzato il 27 aprile 2014
Oboedientia et pax
Blasonatura/descrizione
Di rosso, alla fascia d'argento, alla torre al naturale chiusa e finestrata di nero attraversante sul tutto e accostata in capo da due gigli d'argento, col capo patriarcale di Venezia: d'argento, al leone alato passante, guardante e nimbato, tenente con la branca anteriore destra un libro aperto recante la scritta PAX TIBI EVANGELISTA MEUS, il tutto d'oro
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Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
pagina di www.vatican.va
Riferimenti araldici
pagina di it.wikipedia.org (Armoriale dei papi)
Fonti immagini
01 pagina di www.gardanotizie.it
02 scheda di www.catholic-hierarchy.org
Sulla composizione dello stemma papale di Giovanni XXIII si veda la seconda parte dell'articolo di Giacomo Danesi pubblicato il 30 ottobre 2013 sulla pagina di www.gardanotizie.it
Lo stemma dell'Arcivescovo Bruno Bernard Heim
Diciassette marzo 2003. Muore in Svizzera l’Arcivescovo Bruno Bernard Heim, Arcivescovo Titolare di Xanto, Nunzio Apostolico. Ecco come l’allora Arcivescovo titolare di Tuscania e Nunzio Apostolico Monsignor Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, oggi Cardinale con il titolo di Diacono di Santa Maria in Portico Campitelli, commemorò la sua scomparsa sul quotidiano della Santa Sede – L’Osservatore Romano – venerdì 1 marzo 2003: “Con la morte di Monsignor Heim, l’araldica ecclesiastica perde un grande maestro ed un versatile artista. Nonostante il fatto che nella Chiesa Cattolica non esista alcuna autorità costituita per tutelare la correttezza della composizione e dell’uso della simbologia araldica ecclesiastica, e quindi nascano facilmente da ogni parte abusi e brutture, c’è da augurarsi che maestri come Bruno Bernardo Heim rimangano come chiari ed autorevoli punti di sicuro riferimento, affinché chi fa uso di questo linguaggio lo parli correttamente.”
Autori di numerosi libri che hanno fatto la storia dell’araldica ecclesiastica, cito solo “L’Araldica nella Chiesa Cattolica – Origini, usi, legislazioni”, voglio citare in questa occasione due curiosi episodi della sua vita araldica. Il primo riguarda il suo stemma. Nato a Olten, in Svizzera, figlio del capostazione Bernard e di Elisabeth Heim-Studer, quando fu elevato alla dignità episcopale nel 1961 da Giovanni XXIII, egli disegnò il suo stemma arcivescovile inserendo nello scudo un leone tenente nelle zampe un ferro di cavallo. Successivamente tolse dalle zampe del leone il ferro di cavallo, considerato dalla chiesa un oggetto di superstizione. Negli ulti anni della sua vita decise di inserire di nuovo nelle zampe leonine il ferro di cavallo.
A gli chiese motivo di questo suo ripensamento, ridendo rispose che bisogna pur lasciare qualche impronta su questa terra!
La foto con il leone senza il ferro di cavallo tra le zampe, è tratta da una sua lettera autografa scritta da Olten ed è datata 25 gennaio 1991. La foto con il leone e il ferro di cavallo, sempre tratta da una sua lettera autografa, porta la data del 14 Ottobre 2001.
Autori di numerosi libri che hanno fatto la storia dell’araldica ecclesiastica, cito solo “L’Araldica nella Chiesa Cattolica – Origini, usi, legislazioni”, voglio citare in questa occasione due curiosi episodi della sua vita araldica. Il primo riguarda il suo stemma. Nato a Olten, in Svizzera, figlio del capostazione Bernard e di Elisabeth Heim-Studer, quando fu elevato alla dignità episcopale nel 1961 da Giovanni XXIII, egli disegnò il suo stemma arcivescovile inserendo nello scudo un leone tenente nelle zampe un ferro di cavallo. Successivamente tolse dalle zampe del leone il ferro di cavallo, considerato dalla chiesa un oggetto di superstizione. Negli ulti anni della sua vita decise di inserire di nuovo nelle zampe leonine il ferro di cavallo.
A gli chiese motivo di questo suo ripensamento, ridendo rispose che bisogna pur lasciare qualche impronta su questa terra!
La foto con il leone senza il ferro di cavallo tra le zampe, è tratta da una sua lettera autografa scritta da Olten ed è datata 25 gennaio 1991. La foto con il leone e il ferro di cavallo, sempre tratta da una sua lettera autografa, porta la data del 14 Ottobre 2001.
Segretario personale per quattro anni di Angelo Giuseppe Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII), durante la sua nunziatura parigina, pochi giorni prima della elezione di Roncalli al Soglio di Pietro, disegnò lo scudo del cardinale Roncalli, usato come patriarca di Venezia, con tiara papale e chiavi. Non appena avuto notizia dell’elezione a papa, Heim completò il disegno e lo spedì per posta aerea al neo pontefice!
Roncalli non aveva nell’arma personale, e nemmeno familiare, il Leone di San Marco che però aveva nello stemma di Cardinale Patriarca di Venezia. Stemma da Patriarca che, contrariamente a quanto molti credono, non fu disegnato dal suo ex segretario.
Monsignor Bruno Bernard Heim sapeva perfettamente che Venezia è uno dei pochi luoghi italiani in cui è usata l’arma della diocesi negli stemmi dei vescovi, arcivescovi e patriarchi, ovvero il Leone marciano. Ciò nonostante spedì al pontefice uno stemma papale senza mettere nel Capo il Leone di San Marco!
Giovanni XXIII aveva deciso però di mantenere il Leone di San Marco nello scudo papale, e diede immediate disposizioni a monsignor Heim affinché predisponesse un altro stemma con il Leone marciano nel Capo. Il desiderio papale non trovava impreparato l’araldista, che si mise subito al lavoro e disegnò il nuovo stemma, con tanto di Leone di profilo (predisposto anticipatamente…). Spedì il tutto a Roma poche ore prima di partire lui stesso per la città eterna, per partecipare alla cerimonia d’incoronazione.
Il giorno prima della incoronazione, monsignor Heim fu ricevuto in udienza da Giovanni XXIII. “Questo leone con quei denti e quegli artigli ha un aspetto troppo feroce. E’ troppo transalpino! Non si potrebbe dargli un aspetto più umano?” sbottò il papa.
Al malcapitato monsignore non rimaneva, nella notte del 3 novembre, che disegnare una terza versione: leone a mezzo profilo, la bocca chiusa e gli artigli retratti.
Tutto a posto? Nemmeno per idea. “Ci stiamo avvicinando a quello che ho in mente, solo lasciamo che il leone sia visibile in faccia e non appaia così magro: ha bisogno di un po’ più di corpo!”, affermò convinto il neo pontefice.
Monsignor Heim, paziente, obbedì. Ecco la versione definitiva approvata da Giovanni XXIII.
Quanto raccontato sono solo due degli aneddoti che si potrebbero raccontare della prolifica vita da arcivescovo e araldista dell’arcivescovo Monsignor Bruno Bernard Heim.
Roncalli non aveva nell’arma personale, e nemmeno familiare, il Leone di San Marco che però aveva nello stemma di Cardinale Patriarca di Venezia. Stemma da Patriarca che, contrariamente a quanto molti credono, non fu disegnato dal suo ex segretario.
Monsignor Bruno Bernard Heim sapeva perfettamente che Venezia è uno dei pochi luoghi italiani in cui è usata l’arma della diocesi negli stemmi dei vescovi, arcivescovi e patriarchi, ovvero il Leone marciano. Ciò nonostante spedì al pontefice uno stemma papale senza mettere nel Capo il Leone di San Marco!
Giovanni XXIII aveva deciso però di mantenere il Leone di San Marco nello scudo papale, e diede immediate disposizioni a monsignor Heim affinché predisponesse un altro stemma con il Leone marciano nel Capo. Il desiderio papale non trovava impreparato l’araldista, che si mise subito al lavoro e disegnò il nuovo stemma, con tanto di Leone di profilo (predisposto anticipatamente…). Spedì il tutto a Roma poche ore prima di partire lui stesso per la città eterna, per partecipare alla cerimonia d’incoronazione.
Il giorno prima della incoronazione, monsignor Heim fu ricevuto in udienza da Giovanni XXIII. “Questo leone con quei denti e quegli artigli ha un aspetto troppo feroce. E’ troppo transalpino! Non si potrebbe dargli un aspetto più umano?” sbottò il papa.
Al malcapitato monsignore non rimaneva, nella notte del 3 novembre, che disegnare una terza versione: leone a mezzo profilo, la bocca chiusa e gli artigli retratti.
Tutto a posto? Nemmeno per idea. “Ci stiamo avvicinando a quello che ho in mente, solo lasciamo che il leone sia visibile in faccia e non appaia così magro: ha bisogno di un po’ più di corpo!”, affermò convinto il neo pontefice.
Monsignor Heim, paziente, obbedì. Ecco la versione definitiva approvata da Giovanni XXIII.
Quanto raccontato sono solo due degli aneddoti che si potrebbero raccontare della prolifica vita da arcivescovo e araldista dell’arcivescovo Monsignor Bruno Bernard Heim.
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