Giovanni Giudici
Vescovo ausiliare di Milano (1990-2003)
Vescovo titolare di Usula (1990-2003)
Vescovo di Pavia (2003-2015)
Vescovo emerito di Pavia (2015- )
Haurite nunc et ferte
Blasonatura/descrizione
D’azzurro, al destrocherio di carnagione rivestito di rosso, impugnante un'anfora di terracotta al naturale monoansata, posta in banda; accompagnato nel capo da tre stelle a sei punte ordinate in fascia, e nella punta da tre burelle ondate, il tutto d'argento
Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
Fonti immagini
pagina di www.diocesi.pavia.it
Lo stemma è così presentato da Fausto Ruggeri nel testo pubblicato nella pagina www.diocesi.pavia.it
Le figure presenti nello scudo si prestano a molteplici letture, favorite dal motto che ripete una esortazione di Gesù (Gv 2,8): "Attingete e portate".
Il braccio destro nell'atto di attingere (o anche di versare) l'elemento posto in basso, ossia l'acqua (indicata dalle linee ondeggianti d'argento) è simbolo del ministero episcopale (il vestito rosso richiama l'abito del vescovo), che attinge i doni della grazia celeste e li distribuisce al gregge a lui affidato, soddisfacendone la sete spirituale.
Le tre stelle d’argento, nella parte alta dello scudo, significano la divinità, la Trinità, ma anche la virtù, la perfezione; rappresentano pure l’armonia e la bellezza delle leggi celesti, che governano gli astri in ordine mirabile, e quindi richiamano le leggi stabilite da Dio, la sua volontà, che è guida sicura come lo sono le stelle per i naviganti. Le stelle sono del medesimo colore dell'acqua sottostante (che ha dunque significato spirituale), per indicare che questa linfa vitale ha una origine celeste.
Il messaggio rappresentato dallo scudo è dunque programmatico: il vescovo vuole essere fedele servo del Signore dal quale attinge i doni di grazia e, eseguendo il suo mandato, li comunica ai fedeli.
Il colore del campo, l’azzurro, richiama il cielo ed è simbolo di santità, elevazione, serenità della vita, e per questo contribuisce a dare allo scudo una valenza di messaggio di pace, rappresentato dal semplice gesto del braccio, un atto di umile servizio; dalle stelle che richiamano la silenziosa armonia celeste; e dall'acqua, umile ma tanto necessaria alla vita.
Il braccio destro nell'atto di attingere (o anche di versare) l'elemento posto in basso, ossia l'acqua (indicata dalle linee ondeggianti d'argento) è simbolo del ministero episcopale (il vestito rosso richiama l'abito del vescovo), che attinge i doni della grazia celeste e li distribuisce al gregge a lui affidato, soddisfacendone la sete spirituale.
Le tre stelle d’argento, nella parte alta dello scudo, significano la divinità, la Trinità, ma anche la virtù, la perfezione; rappresentano pure l’armonia e la bellezza delle leggi celesti, che governano gli astri in ordine mirabile, e quindi richiamano le leggi stabilite da Dio, la sua volontà, che è guida sicura come lo sono le stelle per i naviganti. Le stelle sono del medesimo colore dell'acqua sottostante (che ha dunque significato spirituale), per indicare che questa linfa vitale ha una origine celeste.
Il messaggio rappresentato dallo scudo è dunque programmatico: il vescovo vuole essere fedele servo del Signore dal quale attinge i doni di grazia e, eseguendo il suo mandato, li comunica ai fedeli.
Il colore del campo, l’azzurro, richiama il cielo ed è simbolo di santità, elevazione, serenità della vita, e per questo contribuisce a dare allo scudo una valenza di messaggio di pace, rappresentato dal semplice gesto del braccio, un atto di umile servizio; dalle stelle che richiamano la silenziosa armonia celeste; e dall'acqua, umile ma tanto necessaria alla vita.
Nessun commento:
Posta un commento