lunedì 14 maggio 2018

Savoia, Maurizio di (1593-1657), cardinale di S.R.C.

Maurizio di Savoia
Cardinale di S.R.C. (1607)
Abate commendatario della Sacra di San Michele (1611-?)
Cardinale della diaconia di Santa Maria Nuova (1621)
Cardinale della diaconia di Sant'Eustachio (1621-1626)
Cardinale della diaconia di Santa Maria in Via Lata (1626-1642)
Cardinale protodiano (1626-1642)

Blasonatura/descrizione
Inquartato: al 1° e 4° partito di Westfalia (di porpora, al cavallo allegro, inalberato e rivoltato d’argento) e Sassonia (fasciato d’oro e di nero di dieci pezzi, con un crancellino di ruta posto in banda), innestato in base d'Angria (d’argento, a tre puntali da fodero di spada di rosso, posti 2 – 1); al 2° di Chiablese (d’argento, seminato di plinti neri, al leone di nero, armato e lampassato di rosso, posto sopra il tutto); al 3° di Aosta (di nero al leone d’argento, armato, lampassato ed immaschiato di rosso). Sul tutto uno scudetto di Savoia moderna (di rosso alla croce d’argento)

Il cardinale Maurizio di Savoia condivise lo stemma del nonno Emanuele Filiberto, duca di Savoia, rimasto intatto sotto il padre Carlo Emanuele I, poi modificato con editto del 23 dicembre da Vittorio Amedeo I, con i cosiddetti quarti di pretesa, cioè di Gerusalemme, di Cipro o Lusignano, di Armenia e Lussemburgo. Il cardinale Maurizio portò tale arma finché fu cardinale: piena, come è regola per gli ecclesiastici e senza corona, come è regola per i cardinali. Una volta deposta la porpora (1642) e tornato primo principe di sangue, fu fatto principe di Oneglia e conte di Barcellonetta: senza spezzare le armi, decise di adottare la divisa di uno specchio con il motto OMNIS. IN. UNUM (cf pagina di www.palazzomadamatorino.it)
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Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
pagina di www.treccani.it

Fonti immagini
01 frontespizio del volume Thesaurus fori ecclesiastici di Giovanni Francesco Leone pubblicato a Roma nel 1616
02 pagina di www.blasonariosubalpino.it (vedi anche pagina dello stesso sito)
03 pagina di www.palazzomadamatorino.it

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