Francesco Alfano
Arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia (2005-2012)
Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia (2012- )
Et te ducet Dominus semper
Fonti biografiche
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
Descrizione dello stemma dalla pagina di www.diocesisorrentocmare.it
Il mare
Nella parte inferiore dello scudo vi è il mare, simbolo delle alterne vicende umane che portano insicurezza, smarrimento, senso angoscioso di precarietà in tanti cuori.
Nella Scrittura esso è a volte la cifra del caos primordiale (cf Gb 38, 8) che Dio ha eliminato con la Sua opera creatrice improntata a criteri di ordine e di vita (cf Gen 1, 7-10.20-22). Altre volte il mare richiama il mondo del male che Dio sconfigge con la Sua opera creatrice improntata a criteri di ordine e di vita (cf Es 14, 16.18; Sal 74, 13; 78, 13). Anche il nostro S. Alfonso – che tra i suoi tanti talenti aveva quello di bravissimo “incisore" – nel frontespizio della sua opera “Trionfo della Chiesa, cioè Istoria dell’eresia” (Napoli 1772) disegnò la “barca” della Chiesa in preda ai marosi, mostrando così di condividere l’accostamento delle diverse e difficili prove, che il popolo di Dio è chiamato ad affrontare, con l’immagine del mare.
Nella Scrittura esso è a volte la cifra del caos primordiale (cf Gb 38, 8) che Dio ha eliminato con la Sua opera creatrice improntata a criteri di ordine e di vita (cf Gen 1, 7-10.20-22). Altre volte il mare richiama il mondo del male che Dio sconfigge con la Sua opera creatrice improntata a criteri di ordine e di vita (cf Es 14, 16.18; Sal 74, 13; 78, 13). Anche il nostro S. Alfonso – che tra i suoi tanti talenti aveva quello di bravissimo “incisore" – nel frontespizio della sua opera “Trionfo della Chiesa, cioè Istoria dell’eresia” (Napoli 1772) disegnò la “barca” della Chiesa in preda ai marosi, mostrando così di condividere l’accostamento delle diverse e difficili prove, che il popolo di Dio è chiamato ad affrontare, con l’immagine del mare.
La barca
In questa luce diventa subito evidente l’allegoria della barca: con il bagaglio di esperienze pastorali maturate in Nocera – Sarno (parroco, direttore dell’Ufficio Pastorale Diocesano nella preparazione al Sinodo, vicario episcopale per il clero, responsabile dei seminaristi) andrà a guidare la Chiesa particolare che gli è stata assegnata nell’Alta Irpinia.
Le vele
Meno evidente, forse, il simbolismo delle tre vele rigonfie per il vento in poppa, che è senz’altro il soffio potente e fedele dello Spirito: la Testimonianza della Carità, l’Annuncio della Parola e la Celebrazione del Mistero costituiscono le manifestazioni quotidiane e fondamentali di una vita diocesana. Nel nostro Sinodo –“figlio” del Convegno di Palermo – abbiamo riscoperto l’importanza delle tre aree della pastorale a cui va improntata: la comunione fra le diverse componenti ecclesiali; la conduzione di ogni comunità parrocchiale e religiosa, nonché di ogni aggregazione laicale; l’elaborazione di ogni progetto pastorale; la formazione permanente e la missione di ogni battezzato. Si tratta di una scelta di metodo senz’altro opinaile: a tutt’oggi, però, è quella che i Vescovi Italiani chiedono do sperimentare a tutte le Chiese della nostra nazione.
La stella
La barca della comunità diocesana è guidata dalla luce del Risorto che noi incontriamo in modo speciale ogni domenica: il monogramma di Cristo non lascia dubbi sull’“identità” della stella guida. Si tratta di un amore speciale che il neoeletto Arcivescovo ha sempre nutrito per il nome e persona di Gesù. Il monogramma mosaicale di Albenga fu scelto da lui per l’immaginetta-ricordo dell’ordinazione presbiteriale, lo stesso monogramma egli lo fece affrescare nel catino dell’abside della Chiesa di Casali, quando ne era Parroco, durante i restauri del dopoterremoto; ed ancora lo ha fatto riprodurre sul tabernacolo della nuova Chiesa parrocchiale in Angri . La stella ad otto punte ricorderà sempre a don Franco ed ai fedeli affidati alle sue cure che l’elezione episcopale è avvenuta "nell' Anno dell’Eucaristia” che per l’italia ha significato Congresso Eucaristico Nazionale e riflessione sul tema “Senza la domenica non possiamo vivere”. La Pasqua celebrata ogni “ottavo giorno”, conferisce a ciascun battezzato l’identità, la dignità e la gioia di essere figlio nel Figlio, in cammino con Lui nel pellegrinaggio terreno per tornare al Padre.
Le parole
Lo stemma, completato dal motto che è una citazione di Is 58, 11 – il logo del nostro Sinodo -, intende essere un augurio per tutti i cristiani che si affideranno alla guida del nuovo Pastore. Possiamo sperimentare nella persona di Lui – nonostante le forze del male presenti nella storia – compresi tutti i limiti della natura umana - , la dolcezza, la forza e la fedeltà della guida stessa del Signore. Lo stesso don Franco che per la fede potrà – come Pietro – “camminare sulle acque” (cf Mt 14, 29) dei problemi legati alla Nuova Evangelizzazione del territorio, se a volte sperimenterà, con il permesso divino, la crisi dell’ “affondare”, sarà solo per crescere, lui per primo, nella consapevolezza che … senza la guida di Dio non possiamo vivere!
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