Massimo Camisasca
Superiore generale, 1999-2012
Vescovo di Reggio Emilia-Gustalla, 2012-2022
Vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, 2022-
Opus iustitiae pax
Blasonatura/descrizione
Di rosso, all'albero della quercia al naturale, fondato su un mare di azzurro, ondato d'argento e accompagnato nel canton destro del capo della stella de otto raggi, d'oro.
Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
Riferimenti araldici
pagina di it.wikipedia.org
Fonti immagini
pagina di www.diocesi.re.it
Descrizione della pagina di www.diocesi.re.it
Lo stemma – spiega monsignor Massimo Camisasca – riprende quello della Fraternità san Carlo. Al centro sta un albero. Una quercia. Di essa parlano il salmo primo e il profeta Geremia: benedetto l’uomo che confida nel Signore. Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici. La stella indica Cristo, luce dei popoli. Così come lo ha chiamato il Concilio Vaticano II, riprendendo Isaia. La stella è anche Maria, che noi preghiamo spesso con l’Ave maris stella. Il motto è un’espressione del profeta Isaia – Opus iustitiae pax, frutto della giustizia sarà la pace (Is 32,17) – che ho scelto per molte ragioni. La prima, perché mi sembra riassuntiva di tutto quanto l’Antico e il Nuovo Testamento. La storia di Israele è una ricerca della giustizia, una sete di essa. Sete di quella giustizia che nasce dal rapporto vero con Dio, per l’uomo e per il mondo. Tale giustizia, da cui nasce la pace – cioè la comunione – è solo opera di Dio. A lui dobbiamo chiederla, da lui implorarla. Giustizia e pace sono anche e soprattutto due espressioni con cui il Nuovo Testamento, in particolare san Paolo, chiamano Cristo: Cristo, nostra giustizia (cfr. 1Cor 1,30; Fil 1,11; cfr. Rm 3, 21-26), Cristo, nostra pace (cfr. Ef 2,14). Giustizia e pace sono anche le attese più profonde del nostro tempo, le esperienze attraverso cui il mondo interpella Dio e Dio risponde agli uomini.
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