Il patriarcato di Venezia una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto, avente come suffraganee le diocesi di: Adria-Rovigo, Belluno-Feltre, Chioggia, Concordia-Pordenone, Padova, Treviso, Verona, Vicenza e Vittorio Veneto.
Il titolo risale all'8 ottobre 1451 ed è erede dell'antico patriarcato di Grado. Quest'ultimo fu istituito nel 607 in seguito allo scisma che divise il patriarcato di Aquileia: il territorio risultò allora diviso nelle due sedi di Grado, filoromana, e di Cormons, scismatica. Dopo la ricomposizione dello scisma (699) il patriarcato di Grado rimase comunque indipendente e gli vennero riconosciute come suffraganee le numerose diocesi della Venetia maritima (cioè la costa compresa tra la Laguna Veneta e l'Istria, allora domini bizantini).
Frattanto, nel 774, lo sviluppo urbanistico di Venezia aveva portato alla fondazione della diocesi di Olivolo (che prese il nome di Castello nell'XI secolo) e, per lo stesso motivo, anche il patriarca di Grado finì per trasferirsi nella città lagunare, nel 1105, stabilendosi presso la chiesa di San Silvestro.
Quando, nel corso del Medioevo, i numerosi centri insulari della Laguna finirono per agglomerarsi gradualmente dando una fisionomia più unitaria a Venezia, risultò che in città erano contemporaneamente presenti quattro cariche ecclesiastiche di rango episcopale, ciascuna con propria giurisdizione: il patriarca di Grado, con sede nella chiesa di San Silvestro (che ovviamente, con le proprie dipendenze, era compresa nella diocesi gradense); il vescovo di Castello, con cattedra a San Pietro di Castello; il primicerio della Basilica di San Marco, primo canonico della cappella palatina del doge e chiesa di stato della Repubblica di Venezia; il patriarca latino di Costantinopoli, titolo creato dopo la conquista crociata di Costantinopoli (1204) e riservato ai Veneziani, che lo trasferirono in città attorno al 1268, dopo la riconquista bizantina del 1261. A queste si aggiungevano diverse altre diocesi con sede in laguna: Torcello, Chioggia, Caorle, Equilio ed Eraclea.
Dopo che nel 1440 il veneziano papa Eugenio IV univa al patriarcato di Grado la soppressa diocesi di Eraclea, nel 1451 papa Niccolò V soppresse lo stesso patriarcato gradense e la diocesi di Castello ereggendo con i territori e le giurisdizioni di entrambe il patriarcato di Venezia, dove vi fu nominato l'ultimo vescovo castellano, Lorenzo Giustiniani. La sede patriarcale rimase nella basilica di San Pietro di Castello, precedente cattedrale della diocesi castellana.
Nel 1465 la diocesi di Cittanova, che dal 1448 era stata data in commendam ai patriarchi, tornò ad avere un proprio vescovo. Nel 1466 al patriarcato fu aggregata la soppressa diocesi di Equilio.
Nel 1751 fu soppresso il patriarcato di Aquileia e quello di Venezia rimase l'unico titolo patriarcale nella regione.
Nel 1807, dopo che con la caduta della Repubblica si era resa inutile la carica di primicerio della Basilica di San Marco, la cattedra venne definitivamente posta nella basilica di San Marco.
Nel 1818 al patriarcato vennero unite le soppresse diocesi di Caorle e di Torcello. Nel 1964 fu abolito il titolo di patriarca latino di Costantinopoli.
Il rito liturgico seguito nel patriarcato di Venezia è quello romano-gregoriano. Tuttavia, sino al 1596, con l'uniformazione decretata dal Concilio di Trento, la metropolia di Venezia seguiva un particolare rito, detto patriarchino, di tradizione aquileiese ed ereditato dal patriarcato di Grado. Questo particolare rito rimase parzialmente in uso nella basilica di San Marco sino al 1807 e alla sua incorporazione nel patriarcato ed elevazione a chiesa cattedrale. Particolari caratteristiche del rito patriarchino erano una differente distribuzione delle feste liturgiche e il particolare tipo di canto polifonico, detto appunto canto patriarchino o aquileiese.
Ai patriarchi veneziani che non siano cardinali è concesso l'uso straordinario della romana porpora già da tempi antichi, facendo particolare attenzione alla berretta porpora che monta il fiocco come le altre dignità episcopali, in modo da non essere confusa con quella imposta dal pontefice durante il concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Un'ulteriore differenza sta nel tipo di colore: il rosso vestito dai cardinali è "marezzato" cioè presenta delle striature nel rosso, il rosso vestito da un patriarca non cardinale è uniforme, cioè senza le striature. Lo stemma dei patriarchi cattolici, così come quello del patriarca di Venezia, prevede un galero verde con quindici fiocchi per parte e si distingue da quello dei cardinali per i colori verde e oro, anziché rosso.
Il titolo risale all'8 ottobre 1451 ed è erede dell'antico patriarcato di Grado. Quest'ultimo fu istituito nel 607 in seguito allo scisma che divise il patriarcato di Aquileia: il territorio risultò allora diviso nelle due sedi di Grado, filoromana, e di Cormons, scismatica. Dopo la ricomposizione dello scisma (699) il patriarcato di Grado rimase comunque indipendente e gli vennero riconosciute come suffraganee le numerose diocesi della Venetia maritima (cioè la costa compresa tra la Laguna Veneta e l'Istria, allora domini bizantini).
Frattanto, nel 774, lo sviluppo urbanistico di Venezia aveva portato alla fondazione della diocesi di Olivolo (che prese il nome di Castello nell'XI secolo) e, per lo stesso motivo, anche il patriarca di Grado finì per trasferirsi nella città lagunare, nel 1105, stabilendosi presso la chiesa di San Silvestro.
Quando, nel corso del Medioevo, i numerosi centri insulari della Laguna finirono per agglomerarsi gradualmente dando una fisionomia più unitaria a Venezia, risultò che in città erano contemporaneamente presenti quattro cariche ecclesiastiche di rango episcopale, ciascuna con propria giurisdizione: il patriarca di Grado, con sede nella chiesa di San Silvestro (che ovviamente, con le proprie dipendenze, era compresa nella diocesi gradense); il vescovo di Castello, con cattedra a San Pietro di Castello; il primicerio della Basilica di San Marco, primo canonico della cappella palatina del doge e chiesa di stato della Repubblica di Venezia; il patriarca latino di Costantinopoli, titolo creato dopo la conquista crociata di Costantinopoli (1204) e riservato ai Veneziani, che lo trasferirono in città attorno al 1268, dopo la riconquista bizantina del 1261. A queste si aggiungevano diverse altre diocesi con sede in laguna: Torcello, Chioggia, Caorle, Equilio ed Eraclea.
Dopo che nel 1440 il veneziano papa Eugenio IV univa al patriarcato di Grado la soppressa diocesi di Eraclea, nel 1451 papa Niccolò V soppresse lo stesso patriarcato gradense e la diocesi di Castello ereggendo con i territori e le giurisdizioni di entrambe il patriarcato di Venezia, dove vi fu nominato l'ultimo vescovo castellano, Lorenzo Giustiniani. La sede patriarcale rimase nella basilica di San Pietro di Castello, precedente cattedrale della diocesi castellana.
Nel 1465 la diocesi di Cittanova, che dal 1448 era stata data in commendam ai patriarchi, tornò ad avere un proprio vescovo. Nel 1466 al patriarcato fu aggregata la soppressa diocesi di Equilio.
Nel 1751 fu soppresso il patriarcato di Aquileia e quello di Venezia rimase l'unico titolo patriarcale nella regione.
Nel 1807, dopo che con la caduta della Repubblica si era resa inutile la carica di primicerio della Basilica di San Marco, la cattedra venne definitivamente posta nella basilica di San Marco.
Nel 1818 al patriarcato vennero unite le soppresse diocesi di Caorle e di Torcello. Nel 1964 fu abolito il titolo di patriarca latino di Costantinopoli.
Il rito liturgico seguito nel patriarcato di Venezia è quello romano-gregoriano. Tuttavia, sino al 1596, con l'uniformazione decretata dal Concilio di Trento, la metropolia di Venezia seguiva un particolare rito, detto patriarchino, di tradizione aquileiese ed ereditato dal patriarcato di Grado. Questo particolare rito rimase parzialmente in uso nella basilica di San Marco sino al 1807 e alla sua incorporazione nel patriarcato ed elevazione a chiesa cattedrale. Particolari caratteristiche del rito patriarchino erano una differente distribuzione delle feste liturgiche e il particolare tipo di canto polifonico, detto appunto canto patriarchino o aquileiese.
Ai patriarchi veneziani che non siano cardinali è concesso l'uso straordinario della romana porpora già da tempi antichi, facendo particolare attenzione alla berretta porpora che monta il fiocco come le altre dignità episcopali, in modo da non essere confusa con quella imposta dal pontefice durante il concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Un'ulteriore differenza sta nel tipo di colore: il rosso vestito dai cardinali è "marezzato" cioè presenta delle striature nel rosso, il rosso vestito da un patriarca non cardinale è uniforme, cioè senza le striature. Lo stemma dei patriarchi cattolici, così come quello del patriarca di Venezia, prevede un galero verde con quindici fiocchi per parte e si distingue da quello dei cardinali per i colori verde e oro, anziché rosso.
Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
sito ufficiale
pagina di it.wikipedia.org
scheda di www.beweb.chiesacattolica.it
sito ufficiale
Fonti immagini
pagina di www.patriarcatovenezia.it
Ordinari, coadiutori e ausiliari
1451-1456: Giustiniani, Lorenzo,
1456-1460: Contarini, Maffeo, C.R.S.G.A.
1460-1464: Bondimerio, Andrea, O.S.A.
1464 : Correr, Gregorio,
1465-1466: Barozzi, Giovanni,
1468-1492: Gherardi, Maffeo, O.S.B.Cam.
1492-1504: Donato, Tommaso, O.P.
1504-1508: Surian, Antonio, O.Cart.
1508 : Contarini, Lodovico, C.R.S.G.A.
1508-1524: Contarini, Antonio,
1524-1554: Querini, Gerolamo, O.P.
1554-1555: Contarini, Pietro Francesco,
1556-1559: Diedo, Vincenzo,
1560-1590: Trevisan, Giovanni, O.S.B.
1591-1600: Priuli, Lorenzo,
1601-1605: Zane, Matteo,
1608-1619: Vendramin, Francesco
1619-1631: Tiepolo, Giovanni
1631-1644: Corner, Federico Baldissera Bartolomeo
1644-1678: Morosini, Gianfrancesco
1678-1688: Sagredo, Alvise,
1688-1706: Badoer, Giovanni Alberto
1706-1725: Barbarigo, Pietro
1725-1734: Gradenigo, Marco,
1734-1741: Correr, Francesco Antonio, O.F.M.Cap.
1741-1758: Foscari, Alvise,
1758-1775: Bragadin, Giovanni
1776-1800: Giovanelli, Federico Maria
1801-1804: Flangini, Ludovico,
1807-1808: Gamboni, Nicola Saverio
(1811-1814: Bonsignori, Stefani, antipatriarca)
1814-1815: Peruzzi, Giuseppe Maria, C.R.L., amministratore apostolico
1816-1819: Milesi, Francesco,
1820-1827: Pyrker, Giovanni Ladislao, O.Cist.
1827-1851: Monico, Jacopo
1852-1857: Mutti, Giovanni Pietro Aurelio, O.S.B.
1858-1861: Ramazzotti, Angelo, O.SS.C.A.
1862-1877: Trevisanato, Giuseppe Luigi
1877-1891: Agostini, Domenico
1893-1903: Sarto, Giuseppe Melchiorre (poi Papa Pio X)
- 1903-1904: Cavallari, Aristide, vescovo ausiliare
1904-1914: Cavallari, Aristide
1915-1935: La Fontaine, Pietro
1935-1948: Piazza, Adeodato, O.C.D.
1949-1952: Agostini, Carlo
1953-1958: Roncalli, Angelo Giuseppe (poi Papa Giovanni XXIII)
-1953-1957: Gianfranceschi, Augusto, vescovo ausiliare
1958-1969: Urbani, Giovanni
1970-1978: Luciani, Albino (poi Papa Giovanni Paolo I)
1978-2002: Cé, Marco
2002-2011: Scola, Angelo
- 2008-2011: Pizziol, Beniamino, vescovo ausiliare
2011-2012: Pizziol, Beniamino, amministratore apostolico
2012- : Moraglia, Francesco
Nessun commento:
Posta un commento