lunedì 23 gennaio 2017

Pagano, fr. Angelo, O.F.M.Cap. (1954- ), vescovo

Fr. Angelo Pagano
1° Custode della Custodia del Camerun (1993-2000)
Vice-Provinciale della Vice-Provincia di Etiopia (2003-2009)
Custode della Custodia Cappuccina di Yaoundé, in Camerun (2009-2014)
Vicario apostolica di Harar (2016- )
Vescovo titolare di Fico (2016- )

Ut diligatis invicem


02

Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org

Fonti immagini
01 pagina di www.missioni.org

Descrizione dello stemma ideato e realizzato dal grafico araldista Giuseppe Quattrociocchi, dalla pagina di www.missioni.org

Lo stemma è composto dal tradizionale cappello vescovile (in termine tecnico si chiama “galero”) di colore verde con dodici fiocchi ai lati dello scudo, sei per parte; in basso il motto.
Il motto
UT DILAGATIS INVICEM (Giovanni 15,12.17) CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI
Nel Vangelo di Giovanni, nei discorsi dell’Ultima cena, per ben due volte Gesù ritorna sul comanda-mento nuovo che lascia ai suoi discepoli, in Giovanni 13, 34-35 ed in Giovanni 15,12-17, ed in ambedue le circostanze ogni volta ripete per ben due volte le medesime parole riguardo al comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri! La citazione di riferimento scelta da fra Angelo è Giovanni 15,12-17 perché Gesù, dopo aver ripetuto il comandamento dell’amore, specifica che "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. ….vi ho chiamato amici… Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga….". E’ un concreto riferimento all’amicizia che il Signore Gesù ci offre, ed al grande ed immeritato dono della vocazione come Sua scelta perché portiamo frutti nell’amore per Lui e per il nostro prossimo! Per fra Angelo costituisce dunque anche un programma per il suo ministero episcopale, in una situazione certo difficile dove è necessario costruire relazioni di amicizia e di pace fra le diverse confessioni religiose! La scelta ha di fra Angelo riveste anche un particolare valore affettivo: la frase di Gesù era la frase prediletta da sua madre, profondamente religiosa.
Lo scudo
Posta dietro lo scudo vi è la croce astile, con un braccio orizzontale solo, il che indica immediatamente la dignità vescovile (gli arcivescovi ed i patriarchi ce l’hanno a due bracci); all’incrocio dei bracci è inserito un piccolo Tau, chiaro riferimento al simbolo francescano.La banda superiore dello scudo contiene il simbolo ufficiale di tutte le famiglie francescane: le due braccia di Cristo e di san Francesco che, uscendo dalle nuvole, si incrociano davanti ad una croce. E’ un evidente riferimento alla vocazione francescano – cappuccina di fra Angelo ed alla sua appartenenza all’Ordine Francescano.N ella parte inferiore dello scudo, a destra di chi guarda, vi è un canestro di pani eucaristici raffigurato secondo l’iconografia tradizionale della tribù camerunese degli Nso, in mezzo alla quale fra Angelo è stato missionario per più di vent’anni. Il canestro è sormontato da un ramo della pianta della pace (dracaena deisteliana sinonimo di dracaena fragrans), altro simbolo Nso. In quella regione, quando la suprema autorità regale locale (nella lingua locale si chiama Fon) doveva parlare al popolo, l’araldo che convocava i sudditi in assemblea annunciava l’arrivo del Fon portando un ramo di questa pianta. Inoltre, quando il Fon inviava in qualche luogo un suo rappresentante con un ramo di questa pianta, ivi dovevano cessare immediatamente guerre, rivalità e ogni tipo di conflitti. Tale simbologia è stata applicata nella liturgia cattolica: la pianta della pace introduce la solenne processione del Lezionario all’inizio della celebrazione eucaristica, ed è divenuta dunque simbolo di Dio che raduna il Suo popolo, gli parla e gli dona la Sua pace.Il manto stellato e la stella a otto punte sono simbolo araldico di Maria. Nato nella parrocchia della Madonna di Loreto in Asmara, fra Angelo è ora chiamato ad essere vescovo ad Harar, in Etiopia, che venera come regina e patrona Maria Kidane Meheret, cioè Madre della Misericordia, tradizionalmente raffigurata con un manto stellato, appunto. Fra Angelo, devoto alla Madonna, desidera dunque porre il suo ministero sotto la protezione di Maria, in particolar modo come Madre della Misericordia che è Gesù, anche per il fatto che egli è stato scelto da papa Francesco durante il Giubileo straordinario – Anno Santo della Misericordia 2015-2016.

Ultimo aggiornamento: 18 ottobre 2017

Nessun commento:

Posta un commento