sabato 5 maggio 2018

Patriarcato di Aquileia

Patriarchatus Aquileiensis

Il patriarcato di Aquileia fu fino al 1751 una sede metropolitana soppressa della Chiesa cattolica. Dal 1968 Aquileia è sede titolare con dignità arcivescovile.
Il patriarcato di Aquileia è stato una delle più grandi diocesi e metropolie di tutto il medioevo europeo. Fino all'811 la sua provincia ecclesiastica arrivava fino al fiume Danubio a nord, al lago Balaton a est, mentre a ovest arrivava fino a Como e all'attuale Canton Ticino. A sud comprendeva l'Istria fino al 1751, anno della sua soppressione. Nell'811, l'imperatore Carlo Magno portò i confini a nord, dal fiume Danubio al fiume Drava. Vastissima era anche la diocesi aquileiese. Il Patriarca sovraintendeva sulle diocesi vescovili incluse nella sua giurisdizione metropolitana e ne nominava il vescovo. Nel territorio della sua diocesi svolgeva la funzione di vescovo tramite suoi vicari.
Oltre a svolgere l'autorità religiosa i patriarchi di Aquileia ottennero l'investitura feudale (1077-1420) sul Friuli, e in alcuni periodi storici i confini geografici e politici della Patria del Friuli si estesero sino in Istria, Valle del Biois, Cadore, Carinzia, Carniola e Stiria.
Sembra che, ancora prima del III secolo, esistesse ad Aquileia - fiorente città portuale romana, fondata nel 181 a.C. come colonia e avamposto militare, poi capitale della Regio X - una comunità cristiana con forti legami con la Chiesa patriarcale di Alessandria d'Egitto, della quale sarebbe stata emanazione. Divenne ben presto un importante centro di cristianizzazione per l'Italia nord-orientale e le regioni limitrofe, tanto che, già nel IV secolo, il suo vescovo era eminente per la vastità del territorio di sua competenza giurisdizionale e la liturgia officiata nel rito, più tardi detto, patriarchino (rimasto in vigore fino al 1596). Sul finire del IV secolo (381) si tenne il concilio di Aquileia, promosso da sant'Ambrogio da Milano e presieduto dall'arcivescovo di Aquileia, san Valeriano, che condannò i vescovi filo-ariani Palladio di Raziaria e Secondiano di Singiduno e le dottrine ariane diffuse in Occidente.
A seguito dello scisma detto tricapitolino la Chiesa di Aquileia si era elevata a patriarcato per sottolineare l'indipendenza gerarchica da Roma e Costantinopoli, ma nel 606 il patriarcato si divise in due, con un patriarca ad Aquileia e uno a Grado. Lo scisma fu definitivamente ricomposto nel 699 con il concilio di Pavia con il ritorno di Aquileia nell'ortodossia cattolica, ma anche dopo la riconciliazione tra tricapitolini e cattolici, la diocesi di Aquileia continuò ad essere divisa, finché nel 731 venne stabilita la separazione canonica tra il patriarcato di Aquileia (con suffraganee le diocesi del Friuli e dell'entroterra fino a Como) e il patriarcato di Grado (con suffraganee le diocesi del Ducato di Venezia), in seguito divenuto patriarcato di Venezia (nel 1105 de facto con il trasferimento della sede patriarcale e nel 1451 de jure con l'istituzione del nuovo titolo). Nell'827 il concilio di Mantova tentò inutilmente di riunificare i patriarcati di Grado e Aquileia.
Il 6 luglio 1751 papa Benedetto XIV, su pressione di Venezia e dagli Asburgo d'Austria a seguito delle gravi controversie per la nomina dei metropoliti, soppresse il Patriarcato di Aquileia ereggendo al suo posto l'arcidiocesi di Udine e l'arcidiocesi di Gorizia in modo tale che si risolvesse il problema di un'unica diocesi divisa tra la giurisdizione austriaca e veneziana.
Nel 1968 è stata istituita la sede titolare di Aquileia, con dignità arcivescovile.

Del Patriarcato di Aquileia si conoscono due armi principali 1) “di nero alla croce tripla trifogliata d’argento”, probabilmente più antica e 2) “d’azzurro all’aquila d’oro al volo abbassato”. Da quest’ultima è derivato direttamente lo stemma della Provincia di Udine e, modificato, anche quello della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Il più antico sigillo della città risale al 1162, esso riporta un edificio e la legenda “+ Aquilegia Civitas”; in un esemplare successivo compare per la prima volta l’arma parlante della città, cioè l’aquila volta a destra troneggiante sul “palatium” turrito e merlato, intorno ad essa è presente la legenda “+ Vrbs Hec Aqvilegiae Capvd est Italiae”.
Il Patriarcato di San Pietro d’Aquileja era, dopo Roma, l’unica istituzione vescovile patriarcale medioevale d’Italia (anche se tradizionalmente di area culturale germanica), il cui vescovo metropolita (o arcivescovo) era sovrano del Friuli e di un esteso territorio che andava dalla costa veneta all’Austria e Slovenia.
Nel periodo longobardo i Patriarchi abbandonarono la residenza nelle decaduta città romana di Aquileia per trasferirsi a Cividale (oggi Cividale del Friuli).
Nel XIII secolo le sede fu trasferita nel castello di Udine che lasciarono nel 1420, dopo la conquista da parte della Repubblica di Venezia, per trasferirsi nel nuovo Palazzo Patriarcale della città. Lo stemma di signoria del Patriarcato, che raffigurava le signorie riconosciute al Patriarca dalla Serenissima, era: inquartato, nel primo e quarto d’azzurro all’aquila d’oro, nel secondo di rosso al castello merlato attraversato dalla banda d’azzurro caricata di un ramoscello di quercia, o di vite, nel terzo d’argento alla croce di Sant’Andrea di rosso, riunendo le armi di Aquileia, San Vito al Tagliamento e San Daniele (si vedano gli stemmi dei patriarchi Francesco Barbaro, Giovanni Dolfin e Marco Gradenigo).

Riferimenti
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org (Patriarcato di Aquileia)
pagina di it.wikipedia.org (Patriarchi di Aquileia)


Riferimenti araldici
pagina di www.araldicacivica.it

Fonti immagini
pagina di www.dizionariobiograficodeifriulani.it

Ordinari, coadiutori e ausiliari

[...]
1402-1408: Panciera, Antonio (I)
1409-1411: Da Ponte, Antonio,
1411-1412: Panciera, Antonio (II)
1412-1439: Ludovico di Teck
1439-1465: Scarampi Mezzarota, Ludovico
- 1439-1444: Alessandro di Masovia, antipatriarca


1470-1491: Barbo, Marco
1491-1493: Barbaro, Ermolao,
1493-1497: Donà, Nicolò,
1497-1517: Grimani, Domenico,
1517-1529: Grimani, Marino (I)
1529-1533: Grimani, Marco,
1533-1545: Grimani, Marino (II)
1545-1550: Grimani, Giovanni (I)
1550-1574: Barbaro, Daniele,
1574-1585: Giustiniani, Aloisio,

- 1585-1593: Barbaro, Francesco, vescovo coadiutore
1585-1593: Grimani, Giovanni (II)
1593-1616: Barbaro, Francesco
1616-1622: Barbaro, Ermolao,

- 1618-1622: Grimani, Antonio, vescovo coadiutore
1622-1628: Grimani, Antonio
1628-1629: Gradenigo, Agostino
1629-1655: Gradenigo, Marco,
1655-1657: Gradenigo, Girolamo,
1657-1699: Dolfin, Giovanni

- 1698-1699: Dolfin, Dionisio, vescovo coadiutore
1699-1734: Dolfin, Dionisio,

- 1699-1714: Gradenigo, Marco, vescovo coadiutore
- 1714-1734: Dolfin, Daniele, vescovo coadiutore
1734-1751: Dolfin, Daniele

- 1734-1751: Gradenigo, Bartolomeo, vescovo coadiutore

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