Vescovo di Lugano (2003-2013)
Vescovo emerito di Lugano (2013- )
Gran Priore per la Svizzera dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (2007- )
Patiens in adversis
Paziente nelle avversità
Riferimenti biografici
scheda di www.catholic-hierarchy.org
pagina di it.wikipedia.org
pagina di www.ivescovi.ch
Lo stemma e il motto sono così presentati nella pagina di www.diocesilugano.ch
La lettura dello stemma è alquanto laboriosa: lo scudo è diviso in quattro campi, sull'esempio dei precedenti vescovi luganesi. Nel primo e nel quarto campo sono ripresi i colori della diocesi (la graticola di san Lorenzo posta sui colori ticinesi invertiti). Le chiavi ricordano lo stemma di Ascona, comune di attinenza di mons. Grampa. Le chiavi e la conchiglia sono rispettivamente gli attributi dei santi Pietro e Giacomo, i nomi conferitogli nel Battesimo. Il cuore infiammato è stato scelto come simbolo della sollecitudine pastorale alimentata dalla fiamma dell'amore di Dio. Inoltre la fiamma è anche il simbolo del comune di Busto Arsizio, ove è nato. Nel centro dello scudo, è posto l'albero dello stemma dei Grampa rivisto alla luce del salmo 1,3 "Come albero piantato lungo il fiume, egli darà frutto a suo tempo...". Lo scudo è sormontato dalla croce dell'Ordine del Santo Sepolcro, del quale mons. Grampa è cappellano.
Il motto episcopale: Patiens in adversis apparve nel cartiglio di un imponente san Gregorio Magno, durante il restauro degli affreschi della chiesa edl Collegio Papio. Divenuto vescovo, mons. Grampa ha ripensato a quelle parole. L'espressione si trova in Cassiodoro ("Patiens in adversis, moderatus in prosperis") e in Beda il Venerabile ("Patiens in adversis").
Il grande Papa e dottore della chiesa Gregorio Magno, nella sua opera "Moralia in Job", scrive: "Ille vere est patiens qui et adversis atterritur et tamen ab spei suae rectitudine non curvatur" (è veramente paziente colui che schiacciato dalle avversità, tuttavia non devia dalla rettitudine della sua speranza). Analogo invito è presente in romani 12,12: "lieti nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera". E Giacomo nella sua lettera (1,4), ricorda che "la pazienza costruisce un'opera perfetta".
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